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4. Configurazione di un client NFS

Prima di tutto avete bisogno di un kernel che abbia il supporto per NFS compilato staticamente oppure come modulo. Questo lo si configura prima di iniziare la compilazione. Se non avete mai compilato un kernel prima, leggete il Kernel HOWTO. Se state usando una buona distribuzione (come Red Hat [meglio Debian N.d.T]) e non avete mai messo mano al kernel o ai moduli (rovinandolo ;)), allora nfs dovrebbe essere già disponibile.

Ora, dal prompt di root, potete lanciare il comando appropriato e vedere il file system apparire. Continuando l'esempio della sezione precedente, vogliamo montare la partizione in /mn/eris/local da eris. Ciò è fatto con il comando:


mount -o rsize=1024,wsize=1024 eris:/mn/eris/local /mnt

(Torneremo successivamente sulle opzioni rsize e wsize). Il file system è ora disponibile sotto /mnt, potete fare cd in esso e con un ls vedere tutti i file che vi sono presenti. Noterete che non è così veloce come su un file system locale, ma molto più conveniente che usare ftp. Se, invece di montare il file system, il comando mount produce un errore come mount: eris:/mn/eris/local failed, reason given by server: Permission denied, significa che il file exports è errato oppure avete dimenticato di lanciare il comando exportfs dopo averlo modificato. Se invece dice mount clntudp_create: RPC: Program not registered significa che nfsd o mountd non sta girando sul server oppure c'è un problema nel file hosts.{allow,deny} di cui abbiamo parlato precedentemente.

Per rimuovere il filesystem, usare il comando:


umount /mnt

Per fare in modo che il sistema monti un file system al boot, occorre modificare il file /etc/fstab. Per il nostro esempio aggiungere la seguente riga:


# device      mountpoint     fs-type     options              dump fsckorder
...
eris:/mn/eris/local  /mnt    nfs        rsize=1024,wsize=1024 0    0
...

Questo è tutto, più o meno.

4.1 Opzioni del comando mount

Ci sono alcune opzioni che dovreste considerare almeno una volta. Controllano il modo in cui i client NFS gestiscono i crash della rete o del server. Uno dei fattori positivi di NFS è che questi problemi vengono gestiti molto bene... se configurate i client in modo corretto. Ci sono due tipi di problemi:

soft

I client NFS sono responsabili di riportare l'errore al processo che sta accedendo a un file su un file system montato. Alcuni programmi gestiscono la segnalazione, altri no. Non raccomando l'uso di questo parametro, poiché è rivolto ai file corrotti e ai dati persi. È meglio non utilizzarlo in particolare per i dischi di posta --- se ci tenete alla vostra posta.

hard

Il programma che cerca di accedere a un file su un file system NFS si bloccherà quando il server ha un crash. Il processo non potrà essere interrotto a meno che non si specifichi il parametro intr. Quando il server NFS torna in linea, il programma riprenderà a funzionare correttamente. Questo è probabilmente il funzionamento che si vorrebbe. Raccomando di usare hard,intr su tutti i file system montati via NFS.

Riprendendo l'esempio precedente, modifichiamo la linea dell'fstab:


# device         mountpoint fs-type    options                   dump fsckorder
...
eris:/mn/eris/local  /mnt     nfs   rsize=1024,wsize=1024,hard,intr 0 0
...

4.2 Ottimizzare NFS

Normalmente, se non vengono usate le opzioni rsize e wsize, NFS leggerà e scriverà blocchi di 4096 o 8192 byte. Alcune combinazioni di kernel di Linux e schede di rete possono non essere in grado di gestire blocchi così grandi o potrebbero non esserlo comunque in maniera ottimale. Quindi dobbiamo provare a sperimentare varie dimensioni per determinare quali siano i parametri che funzionano e garantiscono le migliori prestazioni. Si può provare l'influenza delle opzioni sulla velocità con alcuni semplici comandi. Se avete montato la partizione come visto precedentemente e avete i diritti di scrittura, potete provare con il seguente test di scrittura sequenziale:


time dd if=/dev/zero of=/mnt/testfile bs=16k count=4096

In questo modo si crea un file di 64 MB di zeri (grande abbastanza per fare in modo che l'uso della cache non sia significativo sulle prestazioni; usate una dimensione maggiore se avete molta memoria disponibile). Lanciatelo alcune volte (5-10?) e calcolate il tempo medio. Il tempo da tenere maggiormente in considerazione è quello indicato con 'elapsed' oppure 'wall clock'. Potete quindi verificare le prestazioni in lettura:


time dd if=/mnt/testfile of=/dev/null bs=16k

Fatelo alcune volte e calcolate la media dei tempi. Quindi smontate e rimontate la partizione nuovamente ma con rsize e wsize maggiori. Dovrebbero essere sempre multipli di 1024 e non essere più grandi di 16384, che è la dimensione massima ammessa da NFS versione 2. Dopo averla montata nuovamente, fate un cd nel file system montato e provate qualche semplice comando tipo ls, esplorate il file system per verificare se tutto funziona correttamente. I sintomi di rsize/wsize troppo grandi, sono molto strani e per nulla ovvi. Un sintomo tipico è un elenco incompleto di file quando viene fatto un 'ls', senza alcun messaggio di errore. Oppure la lettura dei file fallisce miseramente senza messaggi di errore. Dopo avere stabilito che le dimensioni di rsize e wsize funzionano, potete provare di nuovo a effettuare i controlli. Server diversi hanno dimensioni ottimali diverse. SunOS e Solaris hanno la reputazione di andare molto più veloci con blocchi di 4096 byte.

I kernel di Linux più recenti (dal 1.3), eseguono un read-ahead per rsize di dimensioni maggiori o uguali alla dimensione della pagina della macchina. Sui processori Intel, la dimensione della pagina è di 4096 byte. Poiché l'uso del read-ahead aumenta significativamente le prestazioni in lettura di NFS, raccomando di impostare a 4096 le dimensioni di rsize.

Ricordatevi di modificare /etc/fstab per riflettere le dimensioni di rsize/wsize che avete trovato essere le migliori.

Un trucco per accelerare le prestazioni in scrittura di NFS è quello di disabilitare la scrittura in sincronia sul server. Le specifiche di NFS controllano che le richieste di scrittura sul server non siano considerate terminate finché i dati non siano memorizzati su un supporto non volatile (il disco). Questo limita le prestazioni in scrittura, per cui disabilitando questa caratteristica si otterrà un incremento delle prestazioni. Il nfsd di Linux non ha più fatto scritture sincrone da quando non lo fa nemmeno il file system stesso. Su macchine non Linux, è possibile migliorare le prestazioni modificando in questo modo il file /etc/exports:


/dir    -async,access=linuxbox

o in modo simile. Fate riferimento alla pagina man relativa al file exports della macchina in questione. Da notare che ciò aumenta la possibilità di perdita di dati.


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