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Almeno teoricamente tutto è installato correttamente ed è pronto a funzionare. teTeX è un pacchetto molto grosso. Vorrai quindi imparare teTeX, come forse hai già fatto con altri programmi complessi, lentamente, invece di essere sommerso dalla sua complessità.
Allo stesso tempo, però, vogliamo fargli fare qualcosa di utile. Quindi invece di stare a guardare TeX mentre compone
``Hello, World!''come il Professor Knuth suggerisce nel The TeXBook, eseguiremo TeX su un paio di documenti di teTeX per provare l'installazione.
Le prime volte che usi teTeX sarebbe meglio che tu ti collegassi come
root
. Se non lo fai, metafont può non essere capace di creare
le directory necessarie per i suoi font. Un'opzione del programma
texconfig
consente di dare il permesso di scrittura a
tutti sulle directory dei font, ma se stai lavorando su un sistema
multiutente questo, per motivi di sicurezza, non è desiderabile.
Comunque, se non hai i privilegi per scrivere sulle directory in cui
vengono immagazzinati i font, Metafont si lamenterà di non
poter creare le directory. Non verrà prodotto nulla perché non ci sono
i caratteri necessari. Questo non è un grosso problema. Scollegati e
ricollegati come root
, poi ripeti l'operazione che ha causato
problemi.
Il bello di teTeX è che se fai qualche errore che lo fa ``saltare'', non vengono mai fatti danni. Non è come un compilatore con il quale puoi ad esempio danneggiare tutta la partizione di root se un puntatore punta da qualche parte non prevista. Cosa? Non hai ancora letto il manuale di teTeX? Beh, è ovvio. Si trova ancora nella distribuzione, in forma di codice sorgente, ed aspetta di essere elaborato.
Quindi non aspettiamo oltre, sarai senz'altro ansioso di leggerlo. Si trova nella directory
/usr/lib/teTeX/texmf/doc/tetex.
Il file che contiene il manuale in formato LaTeX si chiama
TETEXDOC.tex
(l'estensione .tex
viene usata sia per i
file di TeX che per quelli di LaTeX. Alcuni editor, come
emacs
, sono in grado di riconoscere la differenza). C'è anche
un file TETEXDOC.dvi
che è bene tenere in un posto sicuro (ad
esempio un'altra directory) nel caso più tardi tu voglia provare i
tuoi driver .dvi
. Dopo averlo messo via, digita
latex TETEXDOC.texLaTeX scriverà alcuni messaggi di avvertimento. Il primo,
LaTeX Warning: Label(s) may have changed. Rerun to get the cross-references right.(le etichette potrebbero essere cambiate. Riesegui per avere i giusti riferimenti incrociati) è standard. È normale costruire l'indice di un documento eseguendo due volte LaTeX sul documento stesso. Quindi, ripeti il comando. Gli altri avvertimenti possono essere tranquillamente ignorati. Ti informano del fatto che alcuni dei percorsi FTP di cui si parla nel documento sono troppo lunghi per lo spazio loro assegnato. Le Sezioni Stile e dimensioni dei paragrafi e Tolleranze descrivono più in dettaglio la spaziatura orizzontale.
Noterai che teTeX ha prodotto numerosi file da TETEXDOC.tex
.
Quello che ci interessa è TETEXDOC.dvi
: è il file indipendente
dal dispositivo che puoi mandare indifferentemente allo schermo o alla
stampante. Se esegui teTeX sotto X Windows, puoi avere un'anteprima del
documento con xdvi
.
Per i nostri scopi supporremo che tu abbia una HP LaserJet II. A questo punto dovresti dare il comando
dvilj2 TETEXDOC.dviche produce, a partire da file
TETEXDOC.dvi
, un file in formato
PCL che contiene anche i ``soft font'', cioè informazioni sui font che
verranno trasmesse alla stampante. Questa possibilità non è
offerta da TeX o da LaTeX, ma da dvilj2
. Gli altri
driver .dvi
offrono la possibilità di sfruttare le capacità del
particolare dispositivo che supportano. dvilj2
risponderà
alle richieste di font fatte nel documento LaTeX fornendo il font più
simile disponibile nel sistema; nel caso di un documento contenente solo
testo, come TETEXDOC.tex
, non ci sono molti problemi. Tutti i
font richiesti vengono infatti generati da metafont, che viene chiamato
automaticamente da dvilj2
e provvede a creare i font che non
sono già sul sistema (la prima volta che esegui dvilj2
il
programma può aver bisogno di generare tutti i font). Ci sono
alcune opzioni di dvilj2
che controllano la generazione dei
font, e ne puoi trovare una descrizione nella relativa pagina di
manuale. In effetti non ci dovrebbe essere bisogno di eseguire
direttamente metafont; se questo bisogno invece si presenta c'è qualcosa
che è andato storto nell'installazione. Tutti i driver .dvi
chiamano direttamente metafont attraverso la libreria di ricerca dei
percorsi kpathsea (la descrizione di questa va oltre gli scopi
di questo documento) e non dovrai lavorare più con metafont
per ora
(sono forniti tutti i sorgenti metafont
della libreria di
font Computer Modern).
Puoi stampare TETEXDOC.lj
con il comando
lpr TETEXDOC.ljCi può essere bisogno di installare un filtro di stampa in grado di capire il PCL.
La teTeX Guide, un documento di nove pagine, dà alcune informazioni utili per affinare ulteriormente la configurazione del sistema: di qualcosa abbiamo già parlato, di molto altro non parlerò nel teTeX HOWTO.
Non ho potuto sperimentare di persona alcune delle informazioni contenute nella prossima sezione poiché ho una stampante non PostScript HP Deskjet 400, a getto d'inchiostro a colori, collegata alla porta parallela del computer. Comunque il fatto di non possedere una stampante PostScript non rappresenta un ostacolo alla capacità di stampare testi e grafica nei tuoi documenti. Ghostscript si trova nella maggior parte delle distribuzioni Linux e potrebbe essere già installato nel tuo sistema.
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